Nuovi trend del mercato pubblicitario in Italia
Secondo gli ultimi dati Nielsen il mercato pubblicitario, rispetto a Maggio 2015, è cresciuto del 2,7%.
In particolare, uno dei pochi segmenti cresciuto a doppia cifra (+10,5%) è stato quello dei social network.
Secondo le ultime stime, in Italia il 25% della spesa totale del marketing è dedicata al digitale: per ogni euro speso oggi, circa 34 centesimi vengono destinati alle ricerche di Google, 31 centesimi sul display, 7 centesimi sugli annunci e 16 centesimi sui video, principalmente YouTube.
Cifre ancora lontane da quelle degli Stati Uniti dove, secondo Morgan Stanley, nei primi mesi del 2016 per ogni dollaro speso in digitale l’85% è finito nelle tasche di Google e Facebook.
LA PUBBLICITÀ SUI SOCIAL CONVIENE?
Le più grandi organizzazioni di marketing hanno dichiarato che migliorare i rapporti con i clienti, attraverso i vari canali social, aiuta la crescita sostenibile e la fidelizzazione al brand.
Conoscere in maniera approfondita il cliente anche grazie ai dati forniti dai nuovi media e la possibilità di utilizzare le sue opinioni per organizzare interazioni e nuove strategie di marketing, sono alla base di una richiesta tecnologica senza precedenti. L’obiettivo è quindi una customer satisfaction superiore.
La vera convenienza dei social è quindi la loro capacità di dare profondità e copertura ai messaggi pubblicitari, perchè il successo di una campagna dipenderà sempre più dalla percezione che la nostra marca riuscirà a ottenere.
Secondo i dati diffusi da Confindustria Giovani al Forum dell’economia digitale di Milano, l’84% delle aziende fallite nel 2015 non aveva un sito internet. Questa carenza è stata causata sia da problemi legati alla scarsa presenza della banda larga in Italia sia dalla limitata capacità di adattamento.
DALL’ONLINE ALL’OFFLINE
Molte aziende nate online stanno iniziando a puntare sull’offline: il caso Trivago, che opera unicamente attraverso il web ma che da qualche tempo ha iniziato a investire cifre importanti sulla televisione, è esemplificativo di questo fenomeno. I media tradizionali hanno infatti ancora un vasto pubblico e una precisa ragione d’essere: lo hanno finalmente compreso anche le aziende fortemente orientate alla comunicazione online.
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